Aree di rischio

ITALIA

Ente Acque Umbre Toscane (Imprepar)

Il 29 dicembre 2010 si è avuta notizia del fatto che si era verificato un danno sulla “parte della soglia sfiorante dello scarico di superficie della diga di Montedoglio”, in provincia di Arezzo. L’Ente irriguo Umbro-Toscano (oggi Ente Acque Umbre Toscane), nel mese di gennaio 2011, segnalava a Imprepar che “sono in corso indagini e verifiche volte ad accertare le cause e gli eventuali profili di responsabilità in ordine ai danni verificatisi”. In merito a tale circostanza, Imprepar, in qualità di cessionaria del ramo d’azienda “attività varie” comprendente la commessa “diga di Montedoglio”, rappresentava all’Ente come le attività relative alla parte di opera oggetto di danneggiamento furono realizzate fra il 1979 ed il 1980 da altra impresa a cui Impregilo (allora COGEFAR) subentrò come cessionaria del contratto di appalto solo nel 1984. L’opera in questione, inoltre, fu oggetto di procedure di prova e collaudo già a suo tempo positivamente superate. Nella risposta alla comunicazione dell’Ente Acque UmbreToscane, Imprepar ha specificamente motivato la propria estraneità a qualsiasi responsabilità per eventuali danni causati dall’evento e, supportata dal parere dei propri legali, ritiene non vi siano allo stato ragioni per modificare le valutazioni conseguenti a tale posizione.

Nel corso dell’esercizio 2012 i responsabili dell’Ente Acque Umbre Toscane ed il Direttore dei lavori hanno sottoscritto un ordine di servizio concernente la richiesta all’impresa appaltatrice dei lavori di dare immediato corso, a sua cura e spese, alla predisposizione del progetto esecutivo e dare avvio ai relativi lavori. Tali atti sono stati integralmente contestati da Imprepar nonostante gli importi eventualmente coinvolti non siano ritenuti significativi.

Si segnala che, nell’ambito di un Accertamento Tecnico Preventivo promosso da un preteso terzo danneggiato che lamenta danni di modesta entità (circa 80.000 euro), il giudice ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio perché vengano determinate le cause del cedimento della diga.

Imprepar, con il supporto dei legali che la assistono, sta tutelando la correttezza del proprio operato in tutte le sedi competenti.

Attraversamento stabile dello Stretto di Messina e collegamenti stradali e ferroviari sul versante Calabria e Sicilia

Nel marzo 2006 Impregilo, in qualità di Capogruppo mandataria (con una quota del 45%) dell’Associazione Temporanea di Imprese a tal fine costituita, ha stipulato con la Società Stretto di Messina S.p.A. il contratto per l’affidamento a contraente generale della progettazione definitiva, esecutiva e della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e dei suoi collegamenti stradali e ferroviari.

Un pool di istituti bancari ha inoltre sottoscritto la documentazione finanziaria, richiesta dal Capitolato a seguito dell’aggiudicazione della gara, relativa alla concessione di linee di credito per € 250 milioni da destinarsi alle prestazioni oggetto dell’affidamento. Sono state inoltre consegnate al committente, come contrattualmente previsto, garanzie di buona esecuzione delle opere pari a € 239 milioni. Nel corso del 2010 era stata formalizzata la riduzione a € 20 milioni della linea di credito.

Nel settembre 2009 è stato stipulato un atto aggiuntivo tra Stretto di Messina S.p.A. ed Eurolink S.c.p.A. che ha tenuto conto della sospensione delle attività di progetto intercorse dalla sottoscrizione del contratto a tale data. Come previsto da tale atto, inoltre, il progetto definitivo dell’opera è stato consegnato alla committenza. In data 29 luglio 2011, il Consiglio di Amministrazione della Stretto di Messina S.p.A. ha approvato il progetto definitivo.

In data 2 novembre 2012 è stato emanato il Decreto Legge n. 187, avente ad oggetto “Misure urgenti per la ridefinizione dei rapporti contrattuali con la Società Stretto di Messina S.p.A. (committente dell’opera) e in materia di trasporto pubblico locale”. A seguito dell’emanazione di tale decreto e alla luce delle potenziali implicazioni sulla posizione contrattuale del Contraente Generale Eurolink, di cui Salini Impregilo è leader, Eurolink ha ritenuto di inviare al committente, ai sensi delle vigenti previsioni contrattuali, comunicazione di recesso anche a tutela della posizione di tutti i partners, italiani e stranieri, presenti nella compagine. Ciò nondimeno, tenuto conto dell’interesse preminente alla realizzazione dell’opera, il Contraente ha altresì comunicato la disponibilità a rivedere la propria posizione qualora il Committente manifestasse concretamente la volontà di realizzare il progetto. Le trattative a tal fine intercorse tra le parti, nonostante gli sforzi profusi, non hanno avuto esito positivo. Eurolink ha avviato varie azioni giudiziarie in sede nazionale e comunitaria, da un lato, eccependo la contrarietà alle norme costituzionali e ai trattati comunitari delle previsioni del predetto decreto, che pregiudicano i diritti legittimamente acquisiti da Eurolink in forza delle disposizioni contrattuali e dall’altro, chiedendo la condanna di Stretto di Messina al pagamento delle somme richieste, a vario titolo, dal Contraente Generale in ragione del venir meno del contratto per ragioni non dipendenti dalla propria volontà. Con riferimento alle azioni giudiziarie a livello comunitario si segnala che la Commissione Europea, nel novembre 2013, ha comunicato la determinazione a non dar seguito all’azione per assenza di violazione dei trattati, determinazione confermata in data 7 gennaio 2014 con la comunicazione, da parte della stessa Commissione Europea, di archiviazione dell’esposto. Per quanto attiene invece l’azione giudiziaria civile in sede nazionale, anche Salini Impregilo S.p.A. e tutti i Soci di Eurolink, in proprio, unitamente e disgiuntamente, hanno chiesto la condanna di Stretto di Messina al pagamento di somme richieste, a vario titolo, in ragione del venir meno del contratto per cause non dipendenti dalla propria volontà. Coerentemente con quanto descritto il portafoglio ordini del Gruppo Salini Impregilo già alla fine dell’esercizio 2012 è stato rettificato per riflettere l’eliminazione del progetto qui descritto. Tenuto conto, infine, della complessità dei vari iter giudiziari avviati, ancorché i consulenti che assistono Salini Impregilo e il contraente generale in tali ambiti supportino una valutazione ragionevolmente positiva circa l’accoglimento delle azioni avviate e la recuperabilità dei residui attivi iscritti in bilancio in relazione a tale progetto, non si può escludere che nel corso dei successivi periodi siano riscontrati eventi ad oggi non prevedibili e tali da richiedere l’aggiornamento delle valutazioni attualmente effettuate.

ESTERO

Impregilo Lidco Lybia General Contracting Company (Libia)

Salini Impregilo S.p.A. è presente sul territorio libico con una stabile organizzazione e una società controllata, Impregilo Lidco Libya General Contracting Company (Impregilo Lidco), che opera in Libia dal 2009 e della quale Salini Impregilo detiene una quota del 60% mentre il residuo 40% è posseduto da un partner locale.

Le commesse in carico alla stabile organizzazione sono descritte nei paragrafi “Libia – Aeroporto di Koufra” e “Libia – Altre Commesse”. Per queste commesse si ritiene non sussistano rischi significativi in quanto le attività non sono ancora state avviate fatta eccezione per l’aeroporto di Koufra. Tuttavia, per quest’ultima commessa, l’esposizione complessiva non è significativa avendo ricevuto nel luglio 2013 l’anticipo contrattuale. Infine il Gruppo è presente nella commessa “Autostrada Costiera Libica” che alla data della presente Relazione finanziaria non è ancora stata avviata.

Con riferimento a Impregilo Lidco si ricorda che la controllata aveva acquisito significativi contratti relativi alla realizzazione di:

  • Opere infrastrutturali nelle città di Tripoli e Misuratah;
  • Centri universitari nelle città di Misuratah, Tarhunah e Zliten;
  • Nuova “Conference Hall” di Tripoli.

In relazione agli eventi politici che hanno caratterizzato la Libia a partire dalla fine del mese di febbraio 2011 sino alla data attuale, si evidenzia il fatto che la società controllata ha sempre operato in conformità alle previsioni contrattuali e che gli investimenti effettuati sino alla data di deterioramento della situazione politica del Paese sono stati integralmente coperti dalle anticipazioni previste contrattualmente.

I lavori oggetto dei contratti sottoscritti dalla controllata libica, inoltre, rappresentano opere di interesse nazionale per le quali, al momento, non risulta ragionevole ipotizzarne l’abbandono da parte del committente. È altresì evidente che rilevanti criticità sussistono attualmente in merito all’effettiva capacità della società controllata di sviluppare la propria produzione secondo quanto previsto prima della deflagrazione della crisi e a tale scopo, Salini Impregilo ha escluso l’ipotesi di un nuovo rilevante sviluppo delle attività produttive della propria controllata Impregilo Lidco nel breve periodo.

Le procedure propedeutiche alla ripresa delle attività industriali avviate nel 2012 sono state sospese a causa della recrudescenza dei conflitti nell’ultima parte del 2014. Nel 2012 si era ottenuto di nuovo l’accesso a informazioni più precise circa le grandezze patrimoniali ed economiche che impattano il bilancio consolidato del Gruppo. Nella situazione patrimoniale, economica e finanziaria del Gruppo Impregilo al 31 dicembre 2012, pertanto, si era proceduto all’aggiornamento delle posizioni attive, passive ed economiche riferite alla controllata libica in accordo con i principi di Gruppo, sulla base delle evidenze riscontrate nel periodo e con il supporto delle valutazioni effettuate dai legali indipendenti che assistono la partecipata. Rispetto alla situazione rilevata nell’ambito del consolidato Impregilo per l’esercizio 2011 che recepiva gli ultimi dati disponibili al 31 marzo 2011, le rettifiche di valore progressivamente apportate ai valori riferiti all’attivo netto della controllata in conseguenza delle vicende precedentemente descritte erano state complessivamente determinate in oneri per circa € 47,9 milioni. Tali oneri erano stati inclusi nei lavori in corso in quanto ritenuti recuperabili nell’ambito delle relazioni attualmente riprese con i committenti. La liquidità netta detenuta nel territorio libico si è anch’essa ridotta per complessivi € 15,2 milioni circa per effetto delle spese sostenute in loco nel periodo intercorso dal 31 marzo 2011 al 31 dicembre 2014.

Nella prima parte dell’esercizio 2013, inoltre, si era proceduto all’esecuzione dell’inventario fisico relativamente agli impianti, macchinari e scorte di magazzino relativi ai principali cantieri, iscritti in bilancio per un valore complessivo di € 29,9 milioni, anche se, ragioni di sicurezza, non hanno consentito il completo accesso a tutti i siti ove sono collocati. Tenuto conto che anche gli eventuali ulteriori oneri potenzialmente rilevabili in tale ambito in esito al completamento delle procedure inventariali, in base alle previsioni contrattuali, sarebbero ascrivibili alle responsabilità dei committenti nell’ambito delle condizioni di forza maggiore, come anche valutato dai legali che assistono la controllata, in tale contesto non si ritiene sussistano nuovi significativi rischi in merito al recupero degli attivi netti di pertinenza della società, anche grazie ad azioni e richieste contrattuali ed extra contrattuali verso il committente.

Alla data attuale, anche in considerazione dei nuovi disordini manifestatisi nel corso del periodo oggetto di commento in varie aree del paese, la situazione socio-politica rimane estremamente complessa e caratterizzata da significative condizioni di criticità. Nonostante ciò, nel corso dei primi mesi del 2014, si è potuto raggiungere un importante accordo con la committenza nel cui ambito si è ottenuto il riconoscimento del comune intento delle parti di riprendere le attività industriali non appena le condizioni di sicurezza lo renderanno possibile con la contestuale piena salvaguardia delle pretese risarcitorie avanzate dalla società controllata in conseguenza delle cause di forza maggiore, contrattualmente regolate ed in base alle quali si sono sospese le attività.

La situazione del paese continua ad essere seguita da Salini Impregilo con la massima attenzione e non si può escludere che, successivamente alla data di predisposizione della presente Relazione, si verifichino eventi ad oggi non previsti e tali da comportare modifiche alle valutazioni sinora effettuate.

Contenzioso tributario - Islanda

In relazione al progetto riguardante la realizzazione dell’impianto idroelettrico di Karanjukar (Islanda) che il Gruppo ha concluso con successo nel corso dei precedenti esercizi, si rammenta come, a partire dal 2004, fossero insorte controversie con le autorità fiscali locali in merito alla determinazione del soggetto tenuto a operare come sostituto di imposta in relazione alla retribuzione del personale interinale straniero che operava nel cantiere. Salini Impregilo (all’epoca Impregilo) era stata in prima istanza indebitamente ritenuta responsabile del versamento delle ritenute su tali retribuzioni, che aveva conseguentemente versato. In esito alla definitiva conclusione del primo giudizio incardinato localmente su tale controversia la Società aveva però ottenuto piena soddisfazione delle proprie pretese. Ciononostante, le autorità locali hanno successivamente instaurato un nuovo procedimento di analoga portata e, con una sentenza emessa nel febbraio 2010 dalla Suprema Corte - in aperta contraddizione con la precedente emessa nel 2006 sul medesimo argomento e dalla medesima autorità giudicante - hanno respinto le pretese della Società che attendeva il rimborso sia delle ritenute indebitamente versate e complessivamente pari a € 6,9 milioni, al cambio originario. In esito all’ultimo giudizio, pertanto, la Società ha posto in essere tutte le iniziative giudiziarie sia a livello internazionale (in data 22 giugno 2010 è stato presentato debito ricorso alla EFTA Surveillance Authority) sia – per quanto possibile – nuovamente a livello locale (in data 23 giugno 2010 è stata presentata ulteriore istanza di rimborso alle autorità fiscali locali) ritenendo, in ciò supportata dal parere dei propri consulenti, che l’ultima decisione emessa dalla Suprema Corte islandese contenesse evidenti profili di illegittimità sia in relazione allo stesso ordinamento locale sia in relazione agli accordi internazionali che regolano i rapporti commerciali fra i paesi dell’area cd. “EFTA” sia, infine, in merito alle convenzioni internazionali che impediscono l’applicazione di trattamenti discriminatori nei confronti di soggetti esteri (sia privati sia giuridici) che operano nel territorio dei paesi convenzionati. In data 8 febbraio 2012 l'EFTA Surveillance Authority ha inviato una missiva allo Stato islandese con la quale ha notificato l’infrazione in ordine al libero scambio di servizi ed ha richiesto allo stesso Stato di far pervenire le proprie osservazioni in merito. In esito a tale processo, nel mese di aprile 2013, l’EFTA Surveillance Authority ha diramato la propria opinione motivata che giudica la legislazione islandese, per le norme inerenti il contenzioso qui descritto, non conforme alle norme che regolano i rapporti commerciali fra i paesi membri dell’organizzazione e richiede che l’Islanda si conformi a tale posizione; in tale contesto la Società ha chiesto la riapertura del caso. Tenuto conto di quanto sopra, non si ritiene che alla data attuale sussistano oggettive ragioni per modificare le valutazioni effettuate sinora in merito a tale controversia.

Lavori di ampliamento del Canale di Panama

In relazione a tale commessa si segnala che, nel corso della prima fase di pieno sviluppo delle attività produttive, si sono riscontrate alcune criticità che, per caratteristiche specifiche e per la rilevanza delle lavorazioni cui le stesse si riferiscono, hanno comportato la necessità di apportare significative revisioni in senso peggiorativo alle stime che avevano sotteso le prime fasi del progetto. Le maggiori criticità hanno riguardato, tra l’altro, le caratteristiche geologiche delle aree di scavo con specifico riferimento alle materie prime necessarie per la produzione dei calcestruzzi ed ai processi lavorativi a cui tali materie prime devono essere sottoposte nel normale svolgimento delle attività realizzative. Ulteriori problematiche, inoltre, sono state riscontrate in esito all’adozione da parte della committenza di procedure operative e gestionali sostanzialmente difformi rispetto a quelle contrattualmente previste, con particolare riferimento ai processi di approvazione delle soluzioni tecniche e progettuali proposte dal contractor. Tali situazioni, già oggetto di specifica informativa nei precedenti documenti finanziari redatti dal Gruppo, si sono ulteriormente protratte nell’esercizio 2013. A fronte della persistente indisponibilità della committenza a voler ragionevolmente attivare gli opportuni strumenti contrattualmente previsti per la gestione di queste controversie si è preso atto della conseguente sopravvenuta impossibilità del contractor - e per esso dei soci contraenti originari - a proseguire a proprio pieno ed esclusivo rischio le attività costruttive necessarie al completamento del progetto, con la totale assunzione del carico finanziario a tale scopo richiesto senza alcuna concreta garanzia di avvio di un obiettivo contraddittorio con la controparte. In tale contesto, quindi, alla fine dell’esercizio 2013 è stata comunicata la formale volontà di sospendere immediatamente i lavori qualora la committenza si fosse dimostrata ancora una volta indisponibile ad affrontare la controversia secondo un approccio contrattuale improntato alla buona fede e alla comune volontà di tutte le parti di voler addivenire ad un ragionevole accordo.

I confronti fra le parti, assistite dai rispettivi consulenti ed esperti legali/contrattuali, si sono protratti per tutto il mese di febbraio 2014 ed in data 13 marzo 2014, è stato sottoscritto il relativo verbale di accordo. Gli elementi essenziali dell’accordo prevedono, a fronte dell’impegno del contractor a riprendere i lavori e a concluderli entro il 31 dicembre 2015, l’impegno di committente e imprese contraenti al supporto finanziario delle opere a finire fino ad un valore massimo di ca. USD 1,4 miliardi. Tale impegno sarà assolto dal committente mediante (i) la moratoria della restituzione delle anticipazioni contrattuali già erogate per USD 800 milioni circa e (ii) l’erogazione di ulteriori anticipazioni per USD 100 milioni mentre il gruppo di imprese contraenti contribuiranno mediante (i) apporto diretto di risorse finanziarie proprie per USD 100 milioni e (ii) apporto di ulteriori risorse finanziarie, mediante conversione in liquidità di garanzie contrattuali già esistenti, per complessivi USD 400 milioni. Il rimborso degli ammontari accordati per il finanziamento delle opere da eseguire è stato rinviato in modo da risultare compatibile con l’atteso esito delle procedure arbitrali, contestualmente avviate, che stabiliranno le responsabilità delle parti in merito al complesso di extra-costi sostenuti e ancora da sostenere per effetto della situazione descritta. In tale ambito si ricorda che già a partire dai precedenti esercizi, il Gruppo aveva applicato al progetto un approccio valutativo ragionevolmente orientato alla prudenza e articolatamente supportato dai propri consulenti legali in base al quale si erano rilevate significative perdite a finire, allora solo parzialmente contenute dalla corrispondente rilevazione di corrispettivi aggiuntivi pretesi nei confronti del committente e determinati in base all’aspettativa per cui il relativo riconoscimento potesse essere ritenuto ragionevolmente certo. Tenuto conto che dalla fine dell’esercizio precedente la generale situazione di criticità allora osservata, lungi dal risolversi, si è protratta ulteriormente come descritto, nelle more della finalizzazione delle intese di cui si è dato precedentemente conto, si è proceduto alla periodica revisione delle previsioni economiche a vita intera della commessa. Alla fine del 2014 la commissione tecnica DAB (Dispute Adjudication Board) istituita dalle parti nell’ambito del progetto ha riconosciuto a GUPC un risarcimento pari a 234 milioni di US$, che è stato pagato nei primi mesi del 2015.

In tale contesto, anche con il supporto dei legali che assistono il Gruppo nel complesso iter contenzioso avviato, non si sono riscontrate specifiche e nuove condizioni tali da richiedere modifica alle valutazioni precedentemente effettuate.

Si ricorda che, in seguito all’applicazione dei nuovi principi contabili IFRS 10 e 11, nel presente bilancio la società che svolge le attività relative a tale opera è valutata secondo il metodo del patrimonio netto.

Venezuela

Il gruppo Salini Impregilo è presente in Venezuela attraverso la propria stabile organizzazione che direttamente o in partnership con soci internazionali svolge diversi lavori ferroviari e idroelettrici, con una presenza consolidata nel Paese nell’arco di oltre un trentennio.

Negli ultimi anni i rapporti con i committenti, tutti di emanazione governativa, sono stati caratterizzati da regolare lentezza nei pagamenti. Tale aspetto si è accentuato nell’ultimo anno a seguito del cambiamento ai vertici del Governo del Paese, avvenuto all’inizio del 2013, e del contestuale inasprimento delle tensioni sociali che hanno accompagnato tale transizione politica.

A fronte del sostanziale stallo manifestato dai committenti in tale contesto, pertanto, il Gruppo ha significativamente rallentato le attività produttive.

Per quanto riguarda i lavori ferroviari, in particolare per il progetto P.Cabello-La Encrucijada, si segnala come siano stati predisposti due accordi, uno in marzo e l’altro in maggio 2013, (cd. “Puntos de Cuenta”) entrambi firmati dal Presidente IFE (il committente) e ratificati dal Presidente della Repubblica, secondo i quali si prevedeva il pagamento progressivo del 85% del credito accumulato in Bolivares e del 47% del credito in Euro, accumulati a settembre 2013. A tutt’oggi si rileva che effettivamente si sono verificati gli incassi relativi alla moneta locale per il 94% e relativi alla valuta per 34,6% (sempre con riferimento alle percentuali di cui sopra).

In tale contesto, inoltre, alla fine del primo semestre 2014 è stato sottoscritto un atto integrativo del contratto relativo alla linea Puerto Cabello – La Enrcuijada e riferito alla realizzazione delle opere elettromeccaniche.

Per quanto riguarda invece i lavori idroelettrici, realizzati attraverso il consorzio OIV Tocoma, in vista della scadenza del termine contrattuale di ultimazione dei lavori – previsto per la metà di novembre 2013 – è stata predisposta, su richiesta della committenza, la riprogrammazione dei lavori a finire, con la previsione relativa alla ripresa dei lavori a inizio novembre 2014 ed alla conclusione degli stessi per la fine del 2017. Tale proposta è stata condivisa dal Cliente il quale, anche alla luce delle legittime richieste di pagamento del debito certificato e della definizione delle risorse finanziarie future per garantire il normale svolgimento dei lavori a finire, ha proceduto sia alla ripresa dei pagamenti in favore del consorzio sia alla sottoscrizione di un nuovo addendum al contratto secondo il quale viene formalizzata una riprogrammazione dei lavori a finire e dei relativi esborsi.

È attualmente in corso di negoziazione con il Cliente un ulteriore addendum nel quale saranno definiti il reclamo per l’estensione contrattuale dei lavori e la forma di pagamento dello stesso e dei lavori a finire.

Le opere in corso di realizzazione da parte del Gruppo Salini Impregilo sono infrastrutture prioritarie di assoluta rilevanza, sia dal punto di vista economico-industriale sia da quello sociale. Con tali presupposti, e sulla base del continuo e attento monitoraggio della situazione del Paese, svolto congiuntamente con i propri partner, anche attraverso incontri con i Committenti e con le autorità governative locali finalizzati al presidio e tutela delle posizioni del Gruppo Salini Impregilo, non si rilevano allo stato particolari criticità in merito alla realizzabilità dei propri attivi netti, fatta eccezione per l’estensione dei tempi d’incasso che è stata adeguatamente tenuta in considerazione nelle valutazioni di bilancio e per le tematiche riferite ai nuovi tassi di cambio adottati per la conversione delle attività finanziarie nette espresse in divisa locale, coerentemente riflesse nei preventivi a vita intera dei progetti in corso.

Alla luce della delicatezza e complessità della situazione che si è venuta a creare a livello politico non si può escludere che, successivamente alla data di predisposizione della presente Relazione finanziaria si verifichino eventi ad oggi non previsti e tali da comportare modifiche alle valutazioni sinora effettuate.

Metro Santiago - Cile

Il progetto per la realizzazione di due sezioni della linea 6 del Metro di Santiago è stato acquisito dal Gruppo Salini Impregilo, tramite la propria controllata Empresa Constructora Metro 6 Limitada, nel corso del 2013, per un valore originario di 3,3 milioni di Unidad de Fomento (equivalenti a € 122 milioni). Durante l’esecuzione del progetto sono emersi vari eventi che hanno interferito con l’attività, quali condizioni geologiche non previste e significativamente difformi da quelle rappresentate dal committente, variazioni all’ingegneria del progetto, ritrovamento di reperti archeologici e proibizione del Cliente ad effettuare lavori notturni nonostante si rimanesse nei limiti dei rumori ammissibili.

Tali fattori hanno determinato ritardi nei tempi di esecuzione che sono stati parzialmente riconosciuti dalla Direzione Lavori, ma non sono stati mai formalizzati dal Cliente. Lo stesso Cliente a partire dal novembre 2013, di propria iniziativa e sulla base di un programma difforme da quello concordato, ha applicato penali che sono state integralmente contestate.

Oltre a quanto sopra menzionato, i rapporti con il committente sono stati caratterizzati da situazioni complesse che hanno in primo luogo portato a cinque richieste di estensione dei termini di consegna dei lavori e alla revisione nel 2014 dell’oggetto dei lavori.

A fronte di tale situazione, Empresa Constructora Metro 6 Limitada, nel mese di luglio 2014, ha presentato al committente vari claims e la richiesta di Extension of Time, con la richiesta che gli stessi venissero valutati dall’organismo a ciò preposto, previsto contrattualmente.

Il Cliente, nel mese di agosto 2014, ha rifiutato le richieste ed ha invece sottoposto il nostro reclamo direttamente ad un Arbitrato presso la Camera di Commercio di Santiago, senza rispettare le previsioni contrattuali che richiedevano la preventiva consultazione tra le parti per la scelta dell’arbitro unico.

La prima udienza era fissata per il 25 settembre 2014, ma il Cliente ha chiesto di posticiparla al 6 di ottobre. Nel frattempo, in data 3 ottobre 2014, il committente ha comunicato alla società Empresa Constructora Metro 6 Limitada la risoluzione anticipata del contratto, adducendo motivazioni integralmente contestate, che sono attualmente oggetto del predetto arbitrato. Si fa presente che il committente ha il diritto contrattuale di risolvere in qualsiasi momento il contratto con Empresa Constructora Metro 6 Limitada, indipendentemente da denegati inadempimenti da parte di quest’ultima.

Sempre in data 3 ottobre 2014, il committente ha presentato istanza alle banche cilene per l’escussione delle garanzie contrattuali (garanzie contrattuali locali contro garantite da banche europee) per un importo complessivo di 912.174 Unidad de Fomento (equivalente a € 28,9 milioni). Tali importi comprendono anche l’escussione integrale della garanzia per l’anticipo, nonostante che 156.323 Unidad de Fomento (equivalenti a € 5,1 milioni) fossero già stati restituiti al cliente mediante le certificazioni mensili (a tale proposito è stata presentata apposita denuncia penale in Cile).

La società controllata ha risposto alle iniziative del committente chiedendo la sospensione del provvedimento di escussione delle fideiussioni e il ripristino delle condizioni contrattuali e operative esistenti alla data del 2 ottobre 2014.

L’Arbitro non ha ravvisato gli estremi per un provvedimento d’urgenza di sospensione dell’escussione delle fideiussioni, ed ha rinviato al merito, permanendo lo stato di sospensione dei lavori.

Gli importi corrispondenti alle garanzie di cui sopra sono stati pertanto pagati.

Stante la complessità della situazione in atto e dell’arbitrato in corso per quanto attiene sia alle valutazioni legali sia ai rapporti con il committente, gli amministratori, supportati dai propri consulenti legali, ritengono corretto l’operato della società e che allo stato attuale non si ritiene necessaria un’ulteriore valutazione del rischio diversa da quanto già rilevato nelle valutazioni della commessa. Non si può tuttavia escludere che in futuro si possano manifestare eventi tali da richiedere modifiche alle valutazioni attualmente effettuate.

Ochre Solutions – Regno Unito

Nel corso del corrente esercizio la società collegata Ochre Solutions – partecipata da Impregilo International Infrastructures NV al 40% e titolare del contratto di concessione per l’Oxford University Hospitals - ha ricevuto due notifiche di inadempienze (Warning Notices) relativamente al rispetto della qualità dei servizi offerti. Alcuni aspetti delle notifiche sono oggetto di disputa da parte degli amministratori, nonostante ciò il ricevimento di tre notifiche in un arco temporale di sei mesi costituisce un evento di default in base agli accordi contrattuali tra la società e l’ente concedente. Un evento di default consentirebbe al concedente di rescindere il contratto di concessione con il conseguente trasferimento di tutti i diritti derivanti dal contratto stesso in capo al concedente a fronte di una compensazione determinata contrattualmente.

Ochre Solutions è costantemente in contatto con il concedente e sta attuando, congiuntamente con i propri fornitori di servizi, tutte le azioni possibili per ripristinare la qualità dei servizi richiesta e impedire il ripetersi degli eventi che hanno determinato le notifiche sopra menzionate. Il concedente s’è dimostrato collaborativo e gli amministratori sono fiduciosi circa la capacità di trovare una soluzione ai problemi sorti nel periodo, nonostante ciò sussistono incertezze in merito alle azioni correttive intraprese.

In aggiunta il ricevimento di due notifiche è considerato come potenziale evento di default in base al contratto di finanziamento della concessione, cosa che potrebbe portare la banca creditrice ad alcune azioni tra cui la richiesta di pagamento dell’importo dovuto. Anche in questo caso gli amministratori stanno ponendo in essere tutte le azioni correttive onde evitare l’evento di default.

Gli amministratori di Ochre Solution sono in costante dialogo con il concedente e ritengono di poter raggiungere un accordo che permetta di risolvere i problemi emersi e migliorare le relazioni professionali con le parti coinvolte nella gestione del contratto. Allo stato attuale dei fatti, in considerazione delle azioni correttive di recente intraprese, gli amministratori ritengono che non sussistano rischi ulteriori rispetto a quanto già riflesso nella situazione di Ochre Solutions per permettere il ripristino delle condizioni di esercizio richieste dal contratto. Data comunque l’incertezza dei risultati derivanti dalle azioni intraprese non si può escludere che in futuro si possano manifestare eventi tali da richiedere modifiche alle valutazioni attualmente effettuate.