Aree di rischio del settore

Ucraina

Il Paese sta attraversando una fase di instabilità sociale e geopolitica causata dalla sospensione da parte del governo ucraino della stesura dell’accordo di associazione alla UE.

I disordini, inizialmente circoscritti alla piazza Maidan, nel centro di Kiev, hanno travalicato la piazza e la capitale estendendosi a diverse altre aree, con particolare riferimento alla penisola della Crimea, innalzando la crisi ad un livello di attenzione internazionale. 

La controllata Todini Costruzioni Generali opera in Ucraina sia con una stabile organizzazione, aggiudicataria del progetto relativo alla riabilitazione del tratto autostradale lungo la direttrice M03, e sia mediante una JV costituita con la Salini S.p.A. ed il partner locale Akkord, attraverso la quale è stato sostanzialmente realizzato l’ammodernamento della direttrice M06.

In considerazione della ubicazione dei cantieri, dislocati nelle vicinanze della città di Poltava e di Zhytomyr, geograficamente lontane dalle zone maggiormente coinvolte dalla crisi sociale in atto, non si sono rilevati significativi impatti sulla sicurezza delle attività produttive.

Tuttavia la precarietà della nuova classe politica e l’incertezza sul futuro prossimo del Paese, congiuntamente con il consistente indebitamento nei confronti dalla confinante Russia per la fornitura del gas, hanno determinato una profonda crisi finanziaria che sembrerebbe poter essere superata soltanto con l’intervento della comunità internazionale.

Il management del Gruppo ritiene ragionevolmente di poter valutare l’economicità delle commesse assegnate in Ucraina con una prospettiva di continuità, ponendo comunque una costante e continua attenzione agli sviluppi interni del Paese, senza escludere che in futuro vi siano accadimenti attualmente non prevedibili tali da richiedere la modifica della valutazioni effettuate.

Libia

La controllata Impregilo opera in Libia attraverso la propria partecipata Impregilo Lidco Libya General Contracting Company (Impregilo Lidco), società mista costituita da Impregilo, con una quota del 60%, e da un partner locale che detiene il residuo 40%.

In passato Impregilo Lidco aveva acquisito significativi contratti relativi alla realizzazione di:

  • Opere infrastrutturali nelle città di Tripoli e Misuratah;
  • Centri universitari nelle città di Misuratah, Tarhunah e Zliten;
  • Nuova “Conference Hall” di Tripoli.

In relazione agli eventi politici che hanno caratterizzato la Libia a partire dalla fine del mese di febbraio 2011 sino alla data attuale, si evidenzia che la partecipata ha sempre operato in conformità alle previsioni contrattuali e che gli investimenti effettuati sino alla data di deterioramento della situazione politica del Paese sono stati integralmente coperti dalle anticipazioni previste contrattualmente.

I lavori oggetto dei contratti sottoscritti dalla controllata libica, inoltre, rappresentano opere di interesse nazionale per le quali, al momento, non risulta ragionevole ipotizzarne l’abbandono. È altresì evidente che rilevanti criticità sussistono attualmente in merito all’effettiva capacità della Lidco di sviluppare la propria produzione secondo quanto previsto prima della deflagrazione della crisi ed a tale scopo, si è escluso l’ipotesi di un nuovo rilevante sviluppo delle attività della medesima nel breve periodo.

Nel corso del 2012 sono state avviate le procedure propedeutiche alla ripresa delle attività industriali, anche se il contesto locale permane critico e non garantisce ancora condizioni di completa sicurezza. Sono comunque riprese le relazioni commerciali e contrattuali con le amministrazioni committenti finalizzate al riavvio dei cantieri ed al ripristino delle condizioni economiche originariamente previste nei contratti di riferimento. In tale quadro generale, nel 2012 si è ottenuto di nuovo l’accesso a informazioni più precise circa le grandezze patrimoniali ed economiche che impattano il bilancio consolidato del Gruppo. Nella situazione patrimoniale, economica e finanziaria al 31 dicembre 2012, pertanto, si era proceduto all’aggiornamento delle posizioni attive, passive ed economiche riferite alla controllata libica in accordo con i principi di Gruppo, sulla base delle evidenze riscontrate nel periodo e con il supporto delle valutazioni effettuate dai legali indipendenti che assistono la partecipata. Rispetto alla situazione rilevata nell’ambito del consolidato Impregilo per l’esercizio 2011 che recepiva gli ultimi dati disponibili al 31 marzo 2011, le rettifiche di valore progressivamente apportate ai valori riferiti all’attivo netto della controllata in conseguenza delle vicende precedentemente descritte sono state complessivamente determinate in oneri pari a circa 40,7 milioni di Euro. Tali oneri sono stati inclusi nei lavori in corso in quanto ritenuti recuperabili nell’ambito delle relazioni attualmente riprese con i committenti. La liquidità netta detenuta nel territorio libico si è anch’essa ridotta per complessivi 13,9 milioni di Euro per effetto delle spese sostenute in loco nel periodo intercorso dal 31 marzo 2011 al 31 dicembre 2013.

Nella prima parte dell’esercizio 2013, inoltre, si è proceduto all’esecuzione dell’inventario fisico relativamente agli impianti, macchinari e scorte di magazzino relativi ai principali cantieri, iscritti in bilancio per un valore complessivo di 29,9 milioni di Euro, anche se, ragioni di sicurezza, non hanno consentito ancora il completo accesso a tutti i siti ove sono collocati. Tenuto conto che anche gli eventuali ulteriori oneri potenzialmente rilevabili in tale ambito in esito al completamento delle procedure inventariali, in base alle previsioni contrattuali, sarebbero ascrivibili alle responsabilità dei committenti nell’ambito delle condizioni di forza maggiore, come anche valutato dai legali che assistono la controllata, in tale contesto non si ritiene sussistano nuovi significativi rischi in merito al recupero degli attivi netti di pertinenza della società, anche grazie ad azioni e richieste contrattuali ed extra contrattuali verso il committente.

Si segnala infine che la situazione del paese è seguita con la massima attenzione e non si può escludere che, successivamente alla data di predisposizione della presente Relazione Finanziaria annuale, si verifichino eventi ad oggi non previsti e tali da comportare modifiche alle valutazioni sinora effettuate.

Contenzioso tributario – Islanda

In relazione al progetto riguardante la realizzazione dell’impianto idroelettrico di Karanjukar (Islanda) che il Gruppo ha concluso con successo nel corso dei precedenti esercizi, si rammenta come, a partire dal 2004, fossero insorte controversie con le autorità fiscali locali in merito alla determinazione del soggetto tenuto ad operare come sostituto di imposta in relazione alla retribuzione del personale interinale straniero che operava nel cantiere. La controllata Impregilo era stata in prima istanza indebitamente ritenuta responsabile del versamento delle ritenute su tali retribuzioni, che aveva conseguentemente versato. In esito alla definitiva conclusione del primo giudizio incardinato localmente su tale controversia la Società aveva però ottenuto piena soddisfazione delle proprie pretese. Ciononostante, le autorità locali, hanno successivamente instaurato un nuovo procedimento di analoga portata e, con una sentenza emessa nel febbraio 2010 dalla Suprema Corte - in aperta contraddizione con la precedente emessa nel 2006 sul medesimo argomento e dalla medesima autorità giudicante - hanno respinto le pretese della Società che attendeva il rimborso sia delle ritenute indebitamente versate e complessivamente pari a 6,9 milioni di Euro - al cambio originario - sia dei relativi interessi accumulati alla data per complessivi  6,0 milioni di Euro. La Società aveva prudenzialmente già svalutato negli esercizi precedenti la componente relativa agli interessi, pur in presenza di un precedente giudicato locale e con il supporto dei propri consulenti che confermavano le proprie ragioni, mantenendo iscritta in bilancio la sola componente relativa al capitale indebitamente versato. In esito all’ultimo giudizio, pertanto, la Società ha posto in essere tutte le iniziative giudiziarie sia a livello internazionale (in data 22 giugno 2010 è stato presentato debito ricorso alla EFTA Surveillance Authority ) sia – per quanto possibile – nuovamente a livello locale (in data 23 giugno 2010 è stata presentata ulteriore istanza di rimborso alle autorità fiscali locali) ritenendo, in ciò supportata dal parere dei propri consulenti, che l’ultima decisione emessa dalla Suprema Corte islandese contenesse evidenti profili di illegittimità sia in relazione allo stesso ordinamento locale sia in relazione agli accordi internazionali che regolano i rapporti commerciali fra i paesi dell’area cd. “EFTA” sia, infine, in merito alle convenzioni internazionali che impediscono l’applicazione di trattamenti discriminatori nei confronti di soggetti esteri (sia privati sia giuridici) che operano nel territorio dei paesi convenzionati. In data 8 febbraio 2012 l'EFTA Surveillance Authority ha inviato una missiva allo Stato islandese con la quale ha notificato l'infrazione in ordine al libero scambio di servizi ed ha richiesto allo stesso Stato di far pervenire le proprie osservazioni in merito. In esito a tale processo, nel mese di aprile 2013, l’EFTA Surveillance Authority ha diramato la propria opinione motivata che giudica la legislazione islandese, per le norme inerenti il contenzioso qui descritto, non conforme alla disciplina che regola i rapporti commerciali fra i paesi membri dell’organizzazione e richiede che l’Islanda si conformi a tale posizione; in tale contesto il Gruppo Impregilo ha chiesto la riapertura del caso. Tenuto conto di quanto sopra, non si ritiene che alla data attuale sussistano oggettive ragioni per modificare le valutazioni effettuate sinora in merito a tale controversia.

Ente irriguo Umbro-Toscano - Imprepar

Il 29 dicembre 2010 si è avuta notizia del verificarsi di un danno sulla “parte della soglia sfiorante dello scarico di superficie della diga di Montedoglio”, in provincia di Arezzo. L’Ente irriguo Umbro-Toscano, nel mese di gennaio 2011, segnalava alla controllata Imprepar che “sono in corso indagini e verifiche volte ad accertare le cause e gli eventuali profili di responsabilità in ordine ai danni verificatisi”. In merito a tale circostanza, Imprepar, in qualità di cessionaria del ramo d’azienda “attività varie” comprendente la commessa “diga di Montedoglio”, rappresentava all’Ente come le attività relative alla parte di opera oggetto di danneggiamento furono realizzate fra il 1979 ed il 1980 da altra impresa a cui la controllata Impregilo (allora COGEFAR) subentrò come cessionaria del contratto di appalto solo nel 1984. L’opera in questione, inoltre, fu oggetto di procedure di prova e collaudo già a suo tempo positivamente superate. Nella risposta alla comunicazione dell’Ente Irriguo Umbro-Toscano, Imprepar ha specificamente motivato la propria estraneità a qualsiasi responsabilità per eventuali danni causati dall’evento e, supportata dal parere dei propri legali, ritiene non vi siano allo stato ragioni per modificare le valutazioni conseguenti a tale posizione.

Si segnala che nel corso dell’esercizio oggetto di commento i responsabili dell’Ente Acque Umbre Toscane ed il Direttore dei lavori hanno sottoscritto un ordine di servizio concernente la richiesta all’impresa appaltatrice dei lavori di dare immediato corso, a sua cura e spese, alla predisposizione del progetto esecutivo e dare avvio alle relative opere. Tali atti sono stati integralmente contestati da Imprepar ancorché gli importi eventualmente coinvolti non siano ritenuti significativi.

La controllata in accordo con i legali che l’assistono e considerando quanto specificato in precedenza, ritiene prematura qualsiasi valutazione del rischio insito nella fattispecie di Montedoglio diversa da quella già effettuata nel passato esercizio.

Lavori di ampliamento del Canale di Panama

Nel corso della prima fase di pieno sviluppo delle attività produttive, si sono riscontrate alcune criticità che, per caratteristiche specifiche e per la rilevanza delle lavorazioni cui le stesse si riferiscono, hanno comportato la necessità di apportare significative revisioni in senso peggiorativo alle stime che avevano sotteso le prime fasi del progetto. Le maggiori criticità hanno riguardato, tra l’altro, le caratteristiche geologiche delle aree di scavo con specifico riferimento alle materie prime necessarie per la produzione dei calcestruzzi ed ai processi lavorativi a cui tali materie prime devono essere sottoposte nel normale svolgimento delle attività realizzative. Ulteriori problematiche, inoltre, sono state riscontrate in esito all’adozione da parte della committenza di procedure operative e gestionali sostanzialmente difformi rispetto a quelle contrattualmente previste, con particolare riferimento ai processi di approvazione delle soluzioni tecniche e progettuali proposte dal contractor. Tali situazioni, già oggetto di specifica informativa nei precedenti documenti finanziari redatti dal Gruppo, si sono ulteriormente protratte nell’esercizio 2013. A fronte della persistente indisponibilità della committenza a voler ragionevolmente attivare gli opportuni strumenti contrattualmente previsti per la gestione di queste controversie si è preso atto della conseguente sopravvenuta impossibilità del contractor - e per esso dei soci contraenti originari - a proseguire a proprio pieno ed esclusivo rischio le attività costruttive necessarie al completamento del progetto, con la totale assunzione del carico finanziario a tale scopo richiesto senza alcuna concreta garanzia di avvio di un obiettivo contraddittorio con la controparte. In tale contesto, quindi, alla fine dell’esercizio 2013 è stata comunicata la formale volontà di sospendere immediatamente i lavori qualora la committenza si fosse dimostrata ancora una volta indisponibile ad affrontare la controversia secondo un approccio contrattuale improntato alla buona fede ed alla comune volontà di tutte le parti di voler addivenire ad un ragionevole accordo.

I confronti fra le parti, assistite dai rispettivi consulenti ed esperti legali/contrattuali, si sono protratti per tutto il mese di febbraio 2014 ed in data 13 marzo 2014, è stato sottoscritto il relativo verbale di accordo. Gli elementi essenziali dell’accordo prevedono, a fronte dell’impegno del contractor a riprendere i lavori ed a concluderli entro il 31 dicembre 2015, l’impegno di committente e imprese contraenti al supporto finanziario delle opere a finire fino ad un valore massimo di circa USD 1,4 miliardi. Tale impegno sarà assolto dal committente mediante la moratoria della restituzione delle anticipazioni contrattuali, già erogate per USD 800 milioni circa, e l’erogazione di ulteriori  anticipazioni per USD 100 milioni, mentre il gruppo di imprese contraenti contribuiranno mediante apporto diretto di risorse finanziarie proprie per USD 100 milioni ed apporto di ulteriori risorse finanziarie, mediante conversione in liquidità di garanzie contrattuali già esistenti, per complessivi USD 400 milioni. Il rimborso degli ammontari accordati per il finanziamento delle opere da eseguire è stato rinviato all’esito delle procedure arbitrali, contestualmente avviate, che stabiliranno le responsabilità delle parti in merito al complesso di extra-costi sostenuti ed ancora da sostenere per effetto della situazione descritta. In tale ambito si ricorda che già a partire dai precedenti esercizi, il Gruppo Impregilo aveva applicato al progetto un approccio valutativo ragionevolmente orientato alla prudenza e articolatamente supportato dai propri consulenti legali in base al quale si erano già rilevate significative perdite a finire, allora solo parzialmente contenute dalla corrispondente rilevazione di corrispettivi aggiuntivi pretesi nei confronti del committente e determinati in base all’aspettativa per cui il relativo riconoscimento potesse essere ritenuto ragionevolmente certo. Tenuto conto che dalla fine dell’esercizio precedente la generale situazione di criticità allora osservata, lungi dal risolversi, si è protratta ulteriormente come appresso descritto, nelle more della finalizzazione delle intese di cui si è dato precedentemente conto, si è proceduto all’aggiornamento complessivo delle previsioni economiche a vita intera della commessa. In coerenza e continuità con le assunzioni svolte precedentemente, a fronte di un ulteriore incremento dei costi attesi a finire è stata altresì aggiornata la valutazione riferita all’insieme dei corrispettivi aggiuntivi ritenuti contrattualmente supportati e ragionevolmente certi nella relativa realizzazione, ancorché prudenzialmente differiti nel tempo in coerenza con le scadenze previste nell’intesa con il committente. Da tale attività sono emersi ulteriori oneri netti a vita intera i quali, pur assumendo valori non significativi in confronto con quanto riflesso negli esercizi precedenti, sono stati integralmente riflessi nel conto economico per l’esercizio 2013.

Attraversamento stabile dello Stretto di Messina e collegamenti stradali e ferroviari sul versante Calabria e Sicilia

Nel marzo 2006 la Impregilo, in qualità di Capogruppo mandataria (con una quota del 45%) dell’Associazione Temporanea di Imprese a tal fine costituita, ha stipulato con la Società Stretto di Messina S.p.A. il contratto per l’affidamento a contraente generale della progettazione definitiva, esecutiva e della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e dei suoi collegamenti stradali e ferroviari.

Un pool di istituti bancari ha inoltre sottoscritto la documentazione finanziaria, richiesta dal Capitolato a seguito dell’aggiudicazione della gara, relativa alla concessione di linee di credito per 250 milioni di Euro da destinarsi alle prestazioni oggetto dell’affidamento.  Sono state inoltre consegnate al committente, come contrattualmente previsto, garanzie di buona esecuzione delle opere pari a 239 milioni di Euro. Nel corso del 2010 era stata formalizzata la riduzione a 20 milioni di Euro della linea di credito.

Nel settembre 2009 è stato stipulato un atto aggiuntivo tra Stretto di Messina S.p.A. ed Eurolink S.c.p.A. che ha tenuto conto della sospensione delle attività di progetto intercorse dalla sottoscrizione del contratto a tale data. Come previsto da tale atto, inoltre, il progetto definitivo dell’opera è stato consegnato alla committenza. In data 29 luglio 2011, il Consiglio di Amministrazione della Stretto di Messina S.p.A. ha approvato il progetto definitivo.

In data 2 novembre 2012 è stato emanato il Decreto Legge n. 187, avente ad oggetto “Misure urgenti per la ridefinizione dei rapporti contrattuali con la Società Stretto di Messina S.p.A. (committente dell’opera) ed in materia di trasporto pubblico locale”. A seguito dell’emanazione di tale decreto ed alla luce delle potenziali implicazioni sulla posizione contrattuale del Contraente Generale Eurolink, di cui Impregilo è leader, Eurolink ha ritenuto di inviare al committente, ai sensi delle vigenti previsioni contrattuali, comunicazione di recesso anche a tutela della posizione di tutti i partner, italiani e stranieri, presenti nella compagine. Ciò nondimeno, tenuto conto dell’interesse preminente alla realizzazione dell’opera, il Contraente ha altresì comunicato la disponibilità a rivedere la propria posizione qualora il Committente manifestasse concretamente la volontà di realizzare il progetto. Le trattative a tal fine intercorse tra le parti, nonostante gli sforzi profusi, non hanno avuto esito positivo. Eurolink ha avviato varie azioni giudiziarie in sede nazionale e comunitaria, da un lato, eccependo la contrarietà alle norme costituzionali e comunitarie delle previsioni del predetto decreto, che pregiudicano i diritti legittimamente acquisiti da Eurolink in forza delle disposizioni contrattuali e dall’altro, chiedendo la condanna di Stretto di Messina al pagamento delle somme richieste, a vario titolo, dal Contraente Generale in ragione del venir meno del contratto per ragioni non dipendenti dalla propria volontà. Coerentemente con quanto descritto, inoltre, il portafoglio ordini del Gruppo già alla fine dell’esercizio 2012 è stato rettificato per riflettere l’eliminazione del progetto qui descritto. Tenuto conto, infine, della complessità dei vari iter giudiziari avviati, ancorché i consulenti che assistono la controllata Impregilo ed il contraente generale in tali ambiti supportino una valutazione ragionevolmente positiva circa l’accoglimento delle azioni avviate e la recuperabilità dei residui attivi iscritti in bilancio in relazione a tale progetto, non si può escludere che nel corso dei successivi periodi siano riscontrati eventi ad oggi non prevedibili e tali da richiedere l’aggiornamento delle valutazioni attualmente effettuate.

Venezuela

La controllata Impregilo è presente in Venezuela attraverso la propria stabile organizzazione che direttamente o in partnership con soci internazionali, svolge diversi lavori ferroviari ed idroelettrici, con una presenza consolidata nell’arco di oltre un decennio nel territorio locale sia a livello sociale sia a livello economico-industriale.

Negli ultimi anni i rapporti con i committenti, tutti di emanazione governativa, sono stati caratterizzati da regolare lentezza nei pagamenti. Tale aspetto si è accentuato nell’ultimo anno a seguito del cambiamento ai vertici del Governo del Paese, avvenuto all’inizio del 2013, e del contestuale inasprimento delle tensioni sociali che hanno accompagnato tale transizione politica.

A fronte del sostanziale stallo manifestato dai committenti in tale contesto, pertanto, il Gruppo ha sospeso temporaneamente le attività produttive.

Per quanto riguarda i lavori ferroviari, si segnala come sia stato predisposto a inizio febbraio 2014 un accordo (cd. “Punto de Cuenta”) che è stato firmato dal Presidente IFE (il committente) e dal Ministero del Tesoro e che però è in attesa della formale convalida da parte del Presidente della Repubblica. Tale accordo prevede il pagamento progressivo di circa l’82% della totalità dei crediti esistenti al 31 dicembre 2013 entro la fine del 2014.

Per quanto riguarda invece i progetti idroelettrici, realizzati attraverso il consorzio OIV Tocoma, in vista della scadenza del termine contrattuale di ultimazione dei lavori – previsto per la metà di novembre 2013 – è stata predisposta, su richiesta della committenza, la riprogrammazione delle attività a finire, con la ripresa della produzione nel mese di maggio 2014 ed una conclusione prevista per la fine del 2016. Tale proposta è tuttora oggetto di analisi da parte del Cliente, anche alla luce delle legittime richieste di pagamento del debito certificato e della definizione delle risorse finanziarie future per garantire il normale svolgimento dei lavori a finire.

Le opere in corso di realizzazione da parte del Gruppo sono infrastrutture di assoluta rilevanza, sia dal punto di vista economico-industriale sia da quello sociale, e già in passato, per le vicende che hanno caratterizzato la storia politica recente del paese, ci si è trovati di fronte a temporanee situazioni di incertezza non criticamente difformi rispetto alla situazione attuale ma che si sono sempre risolte in senso positivo e senza che da esse si originassero significative passività. Con tali presupposti, e sulla base del continuo e attento monitoraggio della situazione del Paese, svolto congiuntamente con i propri partner, anche attraverso incontri con i Committenti e con le autorità governative locali finalizzati al presidio e tutela delle posizioni del Gruppo, non si ritiene probabile la sussistenza di rilevanti criticità in merito alla realizzabilità dei propri attivi netti, fatta eccezione per l’estensione dei tempi d’incasso che è stata adeguatamente tenuta in considerazione nelle valutazioni di bilancio. Data la delicatezza e complessità della situazione che si è venuta a creare a livello politico non si può escludere che, successivamente alla data di predisposizione della presente Relazione finanziaria si verifichino eventi ad oggi non previsti e tali da comportare modifiche alle valutazioni sinora effettuate.